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Immaginazione

Alberto Liguoro

Nella produzione letteraria scaturita dalla pandemia si colloca “Immaginazione” di Alberto Liguoro che racconta la diffusione su scala mondiale di un virus simile al Covid, dipingendo scenari apocalittici degni di un romanzo di fantascienza.

La vicenda si svolge in un borgo fantasma, nel quale la vita procede tranquilla e monotona fino a quando una scossa elettrica squarcia il cielo. Sir, ricco e disilluso imprenditore, ha avvertito appena un sibilo ma da un giornale apprende che oltre due milioni e mezzo di persone sono decedute nel corso della notte in quasi tutti i paesi del mondo per cause sconosciute.

Il suo factotum, Mister, lo informa che il numero dei decessi, salito a sei milioni, continua a crescere a dismisura e che il focolaio iniziale è una località al confine tra la Cambogia e il Vietnam.

Come nelle precedenti pubblicazioni di Liguoro, vi è una riflessione sull’evoluzione della società e sull’impatto che la tecnologia e le scelte dell’uomo hanno sul piano sociale e ambientale.

Con la pandemia la scienza ha conquistato una visibilità mediatica sconosciuta, uscendo dal recinto angusto dei laboratori e delle riviste di settore. L’Autore si augura che la scienza spenda le proprie conoscenze per il bene del prossimo e non per alimentare il narcisismo dei medici e studiosi apparsi in televisione.

In seguito alla diffusione del virus, Sir è costretto ad avvalersi di robot perché il personale del suo castello si è licenziato e gli sono rimasti accanto solo Mister, Fernando, il vecchio giardiniere, e il cane Mezzosangue. Sebbene la funzione degli automi sia quella di aiutare gli esseri umani, la gente prova nei confronti delle macchine un timore e una diffidenza tali da determinare la chiusura della fabbrica di robot, a dispetto del successo riscosso dai modelli di ultima generazione.

Quando il protagonista resterà solo nel castello, sarà la scrittura ad aiutarlo a superare la depressione in cui è scivolato progressivamente. I drammatici fatti avvenuti di cui è stato testimone ispirano il suo manoscritto, il cui titolo provvisorio è lo stesso del romanzo di Liguoro. Questo testo, incoerente e contraddittorio come la vita di cui è uno specchio fedele, assolve una funzione terapeutica, consentendo un’evasione dal presente minaccioso e uno stimolo a ritrovare la speranza nel futuro.

In questo efficace romanzo di denuncia non manca la storia d’amore tra Sir e Isabella (uno dei pochi personaggi del libro indicati con il nome), uniti da un’irrefrenabile passione amorosa alimentata proprio dalle frequenti divergenze di opinione.

Recensione
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