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Premio Histonium 2008
Primo premio assoluto
"La poetessa veneta regala al lettore un percorso lirico-esistenziale ed
interessante, che si pone alla ricerca del nuovo tempo, l'unico che è possibile
vivere nell'attesa, esplicita un mondo interiore ricco e profondo, in cui
l'immaginario gioca col sentimento e con la ragione e dà, infine, alla
solitudine un valore totalizzante come realizzazione". Questa la motivazione
della Giuria.
Aggiungo
soltanto che l'opera della Pierdicchi è tutta da leggere con attenzione e
profonda riflessione, proprio perché la poetessa sa esprimere con versi asciutti
e incisivi il malessere dell'esistenza, accompagnato sia da desiderio "del tutto
e del niente | dell'attesa di un giorno | e un altro ancora", sia dalla
coscienza della finitudine che " ci marchia – peso astrale che dalla nascita |
ci fissa al suolo della terra".
Non c'è, tuttavia, ripiegamento verso la sconfitta. La poetessa, infatti,
nonostante le difficoltà umane e sociali (pensiamo soprattutto allo scorrere dei
"giorni di Caino" con il sangue che sgorga "da continue nuove fonti"), continua
a bramare "il filo di Arianna | per una possibile uscita" e continua a nutrire
la speranza che "la porta un giorno si aprirà | denuderà l'ignoto – e sapremo |
ciò che ha gravato il passo | per il tempo a noi concesso".
Per ora lei sa che deve accettare la sospensione nell'incertezza del
quotidiano, sa che deve vievere in un "tempo diviso" e ricominciare sempre, sia
pure con il fiato stretto, a "riprendere il contatto | con il confine astratto",
raccogliendo "primizie tra la cenere".
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Recensione |
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