Con Marisa Toffanin la poesia diventa un canto dell’anima
La Voce di Rovigo,
venerdì 23 giugno 2017
Maria Luisa Daniele Toffanin vive da anni a Selvazzano ma
ha sposato un polesano di Ariano ed è un’innamorata del nostro Polesine che, con
il marito, ha valorizzato attraverso la ricerca storica e la rievocazione
fotografica. Promuove infatti da molti anni iniziative culturali e di
orientamento scolastico tramite l’associazione Levi Montalcini. Collabora
inoltre con l’università di Udine nel progetto “Oltreoceano-Cilm.”
Scrittrice
feconda e poliedrica nella tematica affrontata sempre con una personale eleganza
stilistica che connota tutta la sua produzione. Innumerevoli i riconoscimenti
ottenuti ed i plausi meritati da nomi come Mario Richter, Andrea Zanzotto,
Norberto Villa, Luciano Nanni, Paola Lucarini.
Attimo d’amore infinito
E quella volta al cinema Astra
col cappello pieno di pioggia
ancora in me rimbalzante
mano nella mano al buio
quando all’improvvisa luce
i nostri occhi s’incontrarono
– straniero era il mondo intorno –
e intensi si penetrarono
in liquido abbandono d’azzurroverde
fu come un conoscersi la prima volta
con il battito in gola
il corpo ormai obbediente
all’infinito dell’amore
fu come un ritrovarsi nuovi
al culmine dell’ascesa insieme
fu l’atto d’amore più inatteso
più puro più cosmico
il cielo linfa della terra
fuoco del nostro sguardo
il cuore in canto di fringuello
le membra-neve al sole d’aprile.
Fluisce piacevole, intenso e carico di sensualità il verso
di Maria Luisa Daniele Toffanin riportandoci ad atmosfere felliniane in cui una
scena, un momento, si fanno narrazione densa di significati e di simboli. Luogo
speciale, ingenua alcova di emozioni, la sala del cinema nella quale
l’atmosfera, creata dal fluire dei fotogrammi diventa incancellabile ipnosi di
sguardi fusi in alchemiche mescolanze. Le parole lasciano il posto ad un
silenzio che si trasforma in promessa solenne, ascolto del battito del cuore
salito alla gola, scoperta dell’universo amoroso capace di isolare magicamente
dal tempo e dallo spazio. Allora si sprigionano energie ancestrali, fusioni
liquide che hanno generato la vita: inatteso accadimento che cattura l’uomo e lo
conduce nel perduto eden che gli amori giovanili hanno il potere di evocare
facendo cantare il cuore con la voce melodiosa del fringuello e lo sciogliersi
delle membra come neve d’aprile.
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