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Mauro Cavalieri nacque a Signa il 10 Aprile 1921. Bambino delle elementari avvertì subito un’attrazione speciale per la carta, per l’inchiostro che su quella carta imprimeva le parole, per quell’odore particolare e quasi inebriante che impregnava le narici sfogliando le pagine di un libro. Raccontava che da bambino, avuto in mano il libro di Pinocchio aveva avvertito come un tuffo al cuore e subito nella sua mente si era formato un pensiero. Questo libro voglio stamparlo. Gli anni delle sua adolescenza e della prima giovinezza non furono facili. Come molti altri giovani dovette partire per la guerra, e, dopo l’8 settembre 1943, scelse di difendere l’Italia nelle file dei partigiani, lasciando nel cassetto i suoi sogni, che ritroverà intatti a guerra finita. Nel primo dopoguerra entrò a lavorare alle Industrie Grafiche Spinelli di Firenze, una delle più importanti tipografie di quel periodo con oltre trecento dipendenti. Qui si fece le ossa, imparò i rudimenti del mestiere, ne acquisì i più reconditi segreti, le lettere di piombo che dovevano essere allineate una per una per formare una frase e via via un foglio, uno stampato, un libro, divennero per lui compagne inseparabili e gradite, pur con la consapevolezza del rischio che potevano comportare per la salute dopo una lunga esposizione al piombo. Ma la passione per la stampa era così forte che non poteva essere raggelata da quei timori. Anzi, lo spingeva a raggiungere sempre nuove mete, tanto che pochi anni dopo, nel 1949 si decise a fare il grande passo mettendosi in proprio a Signa, in una stanza, con una macchina a pedali a caratteri mobili. Quel sogno di bambino si stava realizzando perché ora era lui, lui che stampava in proprio, che dava vita alle sue creature, che portavano il nome beneaugurante che aveva voluto dargli: Tipografia Nova. In questo aggettivo della tipografia si celava il vero DNA dell’azienda, mai ferma, sempre protesa verso il futuro. Infatti la natura profonda di Mauro Cavalieri, in apparenza persona calma, gentile e tranquilla, era invece un vulcano in ebollizione, perché quell’amore era diventato così grande, smisurato, che doveva essere sempre rimesso in discussione con nuovi obiettivi, nuove mete da raggiungere. E così la piccola tipografia divenne piano piano sempre più grande, cambiò più volte di sede, si aggiornò con nuovi macchinari che l’arte della stampa proponeva al mercato. In questa attività Mauro non era solo: la moglie Gioconda in un primo tempo e i figli Antonio e Elisabetta, dopo aver compiuto gli studi, furono contagiati dall’entusiasmo paterno e si misero al suo fianco coadiuvandolo attivamente, nella gestione amministrativa come Elisabetta, e in quella tecnica come Antonio. E la moglie e mamma al loro fianco, sempre solare, ottimista, fino al momento della sua scomparsa, ne era il collante indispensabile. In questa parabola in crescendo la Tipografia Nova nel 1993 ha partorito un altro gioiello: la Nova Arti Grafiche con al suo interno il marchio editoriale “Masso delle Fate Edizioni”. Ora le creature, i libri, avevano una paternità certa, che li caratterizzava sul mercato italiano e straniero, con collane di arte, saggistica, narrativa, poesia ecc. insieme a riviste importanti come “Pietraserena”. Il nome “Masso delle Fate” così come “Pietraserena” non furono scelti a caso. Il Masso delle Fate, ricordato anche da Leonardo, si trova a un tiro di schioppo dall’attuale sede del Gruppo Editoriale e la leggenda vuole che un tempo fosse abitato dalle fate, e quindi un luogo magico, come tutti i sogni che si avverano. Il Masso è composto da enormi blocchi di pietraserena che rimanda all’impegno della ricerca (pietra) e alla leggerezza della creazione artistica (serena). Mauro Cavalieri, anche dopo aver delegato ai figli la conduzione dell’azienda non l’ha mai abbandonata, sempre presente, pronto a una battuta, a un consiglio, a un sorriso, fino agli ultimi giorni della sua vita fin quasi a quel 9 febbraio 2011 quando ha dovuto arrendersi. Se si dovesse sintetizzare in un binomio la vicenda esistenziale di Mauro Cavalieri vengono in mente due sostantivi: lavoro e famiglia. Per chi l’ha conosciuto non può pensare a Mauro senza accostarlo all’imprenditore alacre sempre proteso sul futuro e al pater familias attento, sollecito, liberale nel vero senso della parola. Su queste due granitiche colonne ha poggiato la sua attività, il suo essere uomo del suo tempo.
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