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Poesia. Tra gli autori più originali del nostro tempo, la
Pierdicchi ne dà conferma con questa sua opera che viene dopo numerose
pubblicazioni, seguendo quella linea che è poi la cifra peculiare del suo stile.
Come scrivi Ruffilli (p. 6), vi è nella sua poetica una ‘luce segreta’ che
proviene dalle cose. Già dicemmo di una oggettività che però rispecchia profonde
– e talvolta liriche – risonanze. La tripartizione del volume in tempi
(tre) e l’utilizzo di voci, distinte tipograficamente, compongono una
polifonia ‘orizzontale’ che rimanda i significati come punti di riferimento. Ben
scrive l’autrice ‘Abitare l’invenzione’ (p. 13): che cos’è infatti la poesia se
non luogo altro, ideale, per quanto correlato alla realtà? Alla fine ‘ci si deve
rifugiare nella memoria’ (p. 81), epicentro da cui scaturiscono successive
creazioni.
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Recensione |
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