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Nel suo ultimo lavoro Luce
crepuscolare Giovanni Chiellino ha raccolto liriche dal contenuto variegato,
che nell’assieme svelano gli aspetti più importanti e vibranti dell’esistenza.
La sua inconfondibile voce si dipana in un verso perfettamente strutturato
(molti endecasillabi e settenari) e ricco di musicalità interna, frutto di
un’accurata ricerca della parola e del suo esatto abbinamento. E’ una voce che
sale dal profondo, dalla sorgente della Poesia, che avviluppa il lettore con il
suo genuino sentire, ma soprattutto con la sua forza espressiva. Ne risulta un
dettato complesso, che pur se concentrato in sensazioni e problematiche
personali, si apre nel contempo a una visione universale. A questo risultato
concorre l’uso della metafora, ma non del semplice analogismo bensì di un
raffinato versificare che permette di trasfigurare e ampliare il significato
primario.
Il mondo di Chiellino è
carico di ricordi ed emozioni, elaborazioni concettuali e filosofiche, amore per
l’uomo e la natura; il tutto reso mediante un dire pregnante e bellissime
immagini. Egli si rivolge spesso a un interlocutore (specialmente nella sezione
“Pusilla”) ed emerge una dedizione speciale per la donna amata: “Il tuo corpo
sulle mie ginocchia | illumina la notte nei miei occhi. | Mai luna sulle
ginocchia del cielo | fu così luminosa…”. Inoltre, si pone molte domande che
coinvolgono e si percepisce la presenza costante del divino, di un disegno
superiore.
Il mare è molto importante, e
tutto ciò che lo circonda: la spiaggia, lo scoglio, il gabbiano, la pineta,
ecc.; diverse liriche rivelano il suo particolare accostamento alla magica
atmosfera dell’ambiente marino. Ciò che lega però tutta la raccolta è un tono
malinconico, una nostalgia che a volte fa male, una solitudine che può divenire
angosciante nella consapevolezza che il passare del tempo provoca perdite
dolorose e un sicuro inesorabile decadimento.
Quest’ultima prova
di Chiellino ci dona dunque una visione spaziale che pone l’uomo all’interno del
paesaggio, quale connubio con la madre terra e con l’universo, in un itinerario
che senz’altro ci accomuna.
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Recensione |
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