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E' straordinario che la poesia di Laura Pierdicchi si proietti, ora, ma come sempre, verso contenuti di alti spunti filosofico-religiosi. Nella sua ultima fatica letteraria dal titolo Il tempo diviso si intravedono spunti per rflessione sulla Parola e sul come chiamare "Dio" in quanto Parola e Poesia.

I versi della Pierdicchi mi riportano alla mente l'espressione del grande poeta e scrittore Gaetano Salveti, direttore del Centro studi di Poesia e Storia delle poetcihe di Roma, quando ai Convegni ci ripetva la sua classica espressione "Dio è poesia!". Non ci troviamo affatto di fronte ad un classico dei nostri giorni, bensì all'elegante semplicità e immediatezza di un linguaggio nobile e sofisticato al contempo che, sia per la tematica sia per la scrittura, astrae dal contingente alcuni concetti per essere collocati su un piano di atemporale universalità.

La silloge-poema pare annunciare un mutamento della poesia che oggi ci perviene autoconcentrata e sentimentale (se per questo termine dobbiamo intendere l'espressione più genuina il sentire!). La Poeta divide il tempo: infatti c'è un tempo per tutto. Un empo per l'individualità del Poeta stesso, per l'ascesa, per l'abbattimento, per il passaggio dall'utopia all'etica, dalla velleità di un sentire infondato alla convinzione di un'eternità come fonte di una perenne durata esistenziale.

Infatti, nel suo libro, Laura Pierdicchi mette in evidenza la concezione solistica del reale per reintegrare e vivere il passato come momento di "transito" e di reintegrazione da interpretare come ristrutturazione del vivere dando senso al "senso di vivere", così come la giovanile nnipotenza psicologica ("La sua giovinezza consumava | un riservato passo che mai oltrepassava i limiti del possibile | nell'aria di guerra...) lascia spazio all'accettazione dei limiti esistenziali.

E non mancano remore e ripensamenti nella poesia della Pierdicchi, i cui nodi delle questioni esistenziali trattate giungono ad una stringente consapevolezza che non ammette dilazioni o fughe ed implicano, con logica consequenziale, l'assunzione dell'esercizio della maturità della persona, del suo "giudizio e capacità valutativa", della maturità completa di una Poeta che non scappa o fugge davanti al "mistero", bensì si lascia avvolgere dal fluire della vita e della morte, del "credo" e del "riconoscimento dei valori autentici della vita", dal mistero dell'etica e della poetica che trovano unità di azione nel delinearsi di no scenario progettuale, spontaneo e naturale come questo libro perviene a suoi lettori.

Impresa ardua, questa poesia, che sfida la coscienza di chiunque sia, che coinvolge l'essenza di chi si predispone ad interpretarla, di chi – per riflesso – vi ritrova la propria vita o l'essenza sulla terra.

Il dono di Dio, fatto agli uomini, può tollerare il sorriso ipocrita dell'uomo che maschera indifferenza. Ma ciascuno di noi abbi il coraggio di chiedersi, dopo la lettura di Il tempo diviso di Laura Pierdicchi, se ci rimane dentro la sensazione di avere riscoperto Dio e con Lui il modo per ricordare il senso della letteratura ricolta all'uomo di oggi.

Recensione
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