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E-Marginati
Ricordando il tuo precedente
libro “Senz’alfabeto”, che mi è piaciuto molto e nel quale c’era un notevole
cambiamento dalla tua precedente scrittura, anche per questo “E-marginati” noto
una più riflessiva e calma poesia, una più matura parola che dipinge. Le opere
in affreschi di frasi disegnano personaggi da dentro e s’ode musica, trilli e
voci d’un passato che resta fuori dalla città.
L’interpretazione psicologica
degli attori che parlano in dialetto riporta ad ambienti genuini e il tuo
vissuto si fonde in loro mentre tragica la sorte è compresa con gli ultimi
reduci e sopravvissuti. In ogni essere c’è sofferenza, cambiano i fatti e gli
ambienti ma grande è la coscienza del precario e dell’indifferenza, del dolore
umano che tu interpreti in maniera toccante. In prima persona è l’impegno
sgolato deve c’è forza e sete d’intenti che sfociano in disperata ironia. Nel
leggere i tuoi ritratti mi vengono in mente le storie di De Andrè tanto le trovo
musicali e cadenzate da una metrica adatta. Sono reduce dall’aver presentato la
poesia popolare e Rosa Balestrieri e ho nelle orecchie i suoi racconti che tu mi
fai ricordare per assonanze. Potrebbero benissimo essere testi cantabili in
forma di colta poesia popolare e acquisterebbero, senza togliere nulla alla
bellezza dei tuoi versi, un’altra valenza. Trovo questi testi veramente pregni
di vissuto, d’immaginazione, di riletture, di partecipata identificazione e sono
ancora un passo ulteriore nella tua da sempre bella scrittura.
Complimenti vivissimi per questa
opera davvero molto densa e completa.
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Recensione |
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