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Ho
ricevuto e letto con interesse Il tempo diviso sotto l'egida
Travi-Ermini-Ferri, e ne ho apprezzato la disperazione ultima, da S. Teresa in
estasi, senza reticenze; fisiche come non mai, d'una compostezzaa greve, spessa,
insensata, quanto precisa e ribadita, sconcertante nel suo annaspare compatto
fino al compiaciuto, a commento d'un rinominarla morfologicamente avvalendosi di
ogni "esponente" d'un corpo ferocemente offerto allo scopo. Al punto che la T
maiuscola sta sicuramente per l'unica vera fede possibile: la poesia. Appunto,
che sprizza imperiosa da ogni verso, quasi per "l'improvvisa scoperta della
bestia" di sentinella a una fisicità che narra introspezione sensualissima per
le "primizie tra la cenere" "i giorni dalla bocca grande... che sempre si
conficca, col fiato stretto" in una visionarietà disperata, utilizzando
alternati tondi e corsivi quasi a commento di versetti inchiodati su un legno
dei più duri: quelli un dì abilitati alle chiglie delle galere; nel gioco delle
luci e delle ombre si perdono poi pensili fluttuazioni d'un mare rarefatto dove
"sciopera il vento e anche il respiro teme di far troppo rumore". Un vero canto
d'amore disperato per un se stesso fatto d'anni fronditi dall'illusione d'averlo
riposto fuor di se stessa: unico contenitore valido per conservarlo nella sua
inanità.
Nell'augurarle la miglior fortuna...
lettera
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Recensione |
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