“...mare forza otto” - La poesia di Ninnj Di Stefano Busą
Che forza la poesia di Ninnj Di Stefano Busą
Antonio Coppola con
profonda perizia e sicura onestą intellettuale rilegge da critico i testi
poetici della Ninnj Di Stefano Busą, allestendo un corposo ipertesto ricco di
ricerche, analisi e di approfondimenti culturali sull’humus delle tematiche
fondamentali nella poesia destefiana. Egli stesso poeta e scrittore raccoglie le
‘sue’ sintesi e ne riferisce ampiamente in una monografia e crestomazia di testi
non solo editi, ma anche inediti (“Odalie e Silenzi”) dal titolo evocativo di
avvenimenti; “Mare forza otto”.
Il libro in questione č stato recensito da critici militanti di provata
esperienza e ‘notorietą’ per cui chi oggi ne scrive, avvertendo l’autorevolezza
dei predecessori, si limita a sottolineature sull’opera di Antonio Coppola, cosģ
complessa e allo stesso tempo cosģ analitica, con scrittura sempre colta ma
accattivante che denuncia una sicura conoscenza delle opere letterarie
dell’autrice e del mondo culturale e umano che la circonda.
Ipertesto dunque, quello di “Mare forza otto” in quanto il libro si puņ
leggere sia per capitoli che si riferiscono allo stesso tema o pensiero
distefaniano, sia come un ‘unicum’ letterario epico e sentimentale nel quale il
riferimento specifico di ogni singolo ‘canto’ trova nella scrittura di grande
respiro il suo fascino dialettico. Del resto non poteva accadere diversamente in
un lavoro che sintetizza criticamente i singoli testi poetici della Nostra
nell’approfondimento di un letterato dello spessore di Antonio Coppola,
saggista, critico e poeta.
I filoni o tempi principali nella poesia di Ninnj Di Stefano Busą sono
molteplici e di vasta natura e varietą dove la parola poetica č di sicura
vivacitą creativa pur nell’essenzialitą del pensiero (o discorso) che č insieme
di anima e di vita.
Caratteristiche principali nell’opera della Di Stefano si possono
riassumere nella estrema capacitą di narrazione e d’invenzione poetica che tutto
assolve e fa fiorire differenti motivi per recuperare un vissuto forse
volutamente adombrato. Condizione umana che induce la Di Stefano alla attenta
ricerca della parola dalla quale far risaltare lo scavo psicologico
indispensabile al suo mondo poetico. Da qui nasce la sua responsabilitą nel
trasmettere le proprie improrogabili istanze agli altri come attenzione o
condivisione necessaria verso un’umanitą in preda al malessere dove la ricerca
di Dio č essenziale.
Nell’escursus dialettico si trovano tutti i riferimenti socio-culturali
oltreché umani del racconto poetico della Di Stefano cosģ impegnato di
‘universale’ dove la felicitą delle piccole cose č in funzione della dignitą
dell’uomo, essenza totale di tutti i valori.
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