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Velio Carratoni,
scrittore, giornalista e fondatore della casa editrice Fermenti, è qui
autore di una conturbante raccolta di 32 brevi racconti, scritti tra il 1975 ed
il 2007. Si tratta di un viaggio viscerale, senza apparenti destinazioni
simboliche, attraverso l’universo dei sensi, alla scoperta dei più reconditi
desideri del corpo. Eros, filo conduttore delle fuggevoli storie, prende per
mano il lettore, trascinandolo in un vortice di sensazioni ed emozioni che ben
poco lasciano all’immaginazione, e che si susseguono senza sosta rendendo quasi
invisibile l’intreccio delle vicende. Uomini e donne raccontano, in prima
persona, momenti della loro esistenza fatti di rapidi incontri, amori consumati
troppo in fretta, situazioni insolite e sensuali, ma anche lungimiranti
riflessioni sul loro rapporto con la parte più profonda di sé. Non un inizio,
non una fine: sono attimi di vita, che si accavallano senza sosta su binari
deserti, senza meta né transiti di passaggio.
La scrittura,
rapida, scattante, si perde in minuziose descrizioni di atti, pratiche e neofite
esperienze di coppia al di là delle quali, generalmente, vige il vuoto. I
sentimenti sembrano banditi, soffocati o semplicemente messi a tacere dalla
carnalità. Quel che importa, è il circo di emozioni che sembrano non bastare
mai, e di cui i protagonisti si nutrono in modo vampiresco.
Al di
là dell’affannosa ricerca dell’estremo, ciò che più colpisce nel libro sono
forse i deliranti monologhi dei personaggi, dietro ai quali sembra celarsi un
velo di tristezza. Le lacerazioni della pelle spesso diventano lacerazioni
dell’anima, che pare squarciata dall’apatia e da una noia di vivere mai
esplicitamente dichiarata, ma recondita nella mente, quasi disattenta ad ogni
forma di interiorità. Cornice di tali originalissime elucubrazioni, le tavole
dell’artista Alessandro Monti, che didascalizzano alla perfezione la sequenza
dei brani narrativi. Si tratta di sagome anonime solo all’apparenza, poiché
foriere di quell’inquietudine percepita, ma mai del tutto esibita nella
narrazione.
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Recensione |
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