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Poeti in bici

Firenze, Casa di Dante, 14 aprile 2015

Il 26 settembre 2013 alla Biblioteca Mario Luzi di Firenze, Pianeta Poesia in collaborazione con L’Associazione Città Ciclabile realizzò un incontro letterario avente per tema la bicicletta, protagonista dei Campionati mondiali di ciclismo su strada che si tenevano in città tra il 22 e il 29 settembre.

Poesie, aforismi, citazioni, canzoni a rendere omaggio alle due ruote, in un percorso poetico che dall’Ottocento giungeva ai giorni nostri.

La serata risultò molto gradita, gradevole la lettura a due voci (quella di Alfredo Allegri e della sottoscritta) dei testi proposti. Tanto che, alla fine degli interventi del pubblico, mi venne facile lanciare l’idea di un’antologia che raccogliesse le emozioni, le espressioni, il canto di poeti contemporanei, a onorare tale ecologico mezzo di trasporto.

Franco Manescalchi, in stretta collaborazione con Lilly Brogi e Giancarlo Bianchi, portò a termine l’impresa e Poeti in bici poté finalmente tagliare il traguardo.

Una quarantina di poeti, tutti in bici per ricordarla, onorarla con voli di/versi che confermano l’attualità non solo evocativa, ma pregnante e viva, di tale mezzo di trasporto : un mezzo che mette ali ai piedi e alla fantasia, che accorcia distanze e permette evoluzioni, in un equilibrio sempre da cercare e mantenere, com’è nella vita e, forse, in qualche modo anche nella poesia.

Ho trovato bellissima la definizione della bici, d’una sua parte per il tutto, apparsa su fb in febbraio insieme alla foto dell’ingranaggio: L’unica catena al mondo… che rende liberi.

L’ho voluta fissare qui nei miei appunti, per condividerla con tutti coloro che non l’avessero ancora letta.

L’Antologia, di cui si leggeranno alcune poesie, si apre con una pedalata di Sauro Albisani con famigliola in rischiosa fila sulla battigia d’una spiaggia romagnola, pedalata carica di pensieri e filosofico-poetiche riflessioni, e si chiude con il rimpianto di Lucio Zinna di non essere uomo a due ruote / che pedala.

In mezzo, un florilegio di memorie, omaggi a corridori, ricordi, visioni ed emozioni che rendono vario il clima della raccolta e gradevole la lettura.

Nella prefazione Franco Manescalchi, curatore con Giancarlo Bianchi della pubblicazione, ricorda l’incontro letterario già citato all’inizio di questi appunti, riproponendone la rassegna commentata di nomi illustri di poeti e cantautori che da fine Ottocento ai giorni nostri celebrarono e resero ancora più cantabili le due ruote.

Due ruote alle quali rende un omaggio diversamente poetico Lilly Brogi a sigillo della raccolta nell’espressivo disegno dove pedalano vorticosamente tre ciclisti sotto un sole trinitario che illumina all’orizzonte cupole e torri fiorentine.

Quasi sempre un libro ben confezionato fa dire una parola significativa anche alla copertina. E’ il caso di Poeti in bici dove appare una foto storica, quella del padre di Giancarlo Bianchi, Armando che viene immortalato giovanotto in sella alla sua bellissima Legnano. L’immagine, secondo me, lega bene l’oggi a ieri e viceversa : l’attualità e la circostanza dei Mondiali che hanno dato occasione di realizzare l’incontro letterario, e in seguito l’Antologia, a un passato che la bicicletta incarna e continuamente sopravanza.

Nella quarta di copertina, poi, Giancarlo regala ai lettori anche il simpatico ricordo d’una importante bottega fiorentina di meccanico, la Montelatici , bottega ormai scomparsa come le troppe di vario artigianato che a Firenze hanno chiuso i battenti per lasciare spazio a negozi e vetrine più o meno di lusso, create per abbagliare i turisti e omologare il gusto.

Tale memoria venata di nostalgia si inserisce bene nel clima di non pochi versi di poeti dell’Antologia, superandone la possibile, latente visione pessimistica nella conclusiva citazione sognante di Alfredo Oriani per il quale in bicicletta : Si torna giovani, si diventa poeti.

Mi avvio a chiudere questi brevi appunti, sottolineando l’efficace espressione del prefatore Manescalchi che definisce la bici come metafora della vita. E se la metafora è la figura retorica più vicina alla poesia, mi viene facile concludere che bicicletta e poesia non possono non volare insieme.

Di questo volo dà testimonianza l’Antologia e i poeti che in essa l’hanno voluto cantare.

Recensione
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