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Nei Suk della Storia
Il suk in cui si cala la scrittura della Grifoni è il mercato
della storia, lo scambio delle merci inteso come inevitabile passaggio di
consegne tra miserie e slanci dell’umana specie.
Nelle prime due sezioni del libro, A come America e Nei suk
della storia, la intensa vena immaginifica dell’autrice ci trasporta nel bel
mezzo di una guerra, l’eterno dissidio tra profanità e spirito. La terza sezione
del volume è dedicata alla figura di Giuda. In un impianto fortemente
drammaturgico, la scelta del discepolo viene trasfigurata a campione del nostro
tempo, costretto a tradire dalla vita e suo malgrado ingranaggio iniziale della
storia della nostra cultura. Del resto, nei Vangeli gnostici il tradimento di
Giuda venne ad esecuzione di un ordine di Gesù per compiere il volere divino. Il
tema viene ripreso dal romanzo Giuda, di Amos Oz, nel quale la figura
dell’Iscariota viene riscattata alla luce di una storia diversa, ancora tutta da
scrivere.
Ed è proprio un’altra storia, con la s minuscola, ad
interessare la Grifoni. Il suo sguardo di pietà si posa sui destini meno
luminosi, che sono poi quelli di tutti: “Ma la loro musa sarà sdentata /
giocherà con i ruffiani del biliardo / raccoglierà la vita nel bordello /
benedirà la guerra / dei sessi con l'elmetto”. Ad essere evocata è sempre una
lotta con i propri demoni, una atavica forma di resistenza al basso che pure ci
riguarda e sempre ci riguarderà: “il suo corpo si cospargerà / della guerra
millenaria, torcerà se stesso”. L’implicita lezione non è dunque a rifiutare
l’esistenza (“Eppure esistere è ancora proibito”), bensì ad accettarne il
compromesso per entrare con essa in un corpo a corpo che porti all’emancipazione
dell’uomo come essere orizzontale (sottomesso si sensi, ma anche pari al suo
simile) e verticale (destinato a cadere, ma anche rivolto al cielo).
Infine, l’invito a considerare la propria vita come tenzone
non sia considerato in una prospettiva Hobbesiana, giacché nel cuore della
controversia è fermo un motto: “Colpo dopo colpo / nella piazza del popolo /
promettere / un mondo libero”.
Un libro ardente, in cui la passione intellettuale ascende e
unisce rapimento mistico, abbandono ai sensi e sentimento civile. Un inno alla
vita comunque la si voglia intendere, perché comunque non sia lecito rinunciare
all’esperienza, purché comunque non sia mai ammessa la rassegnazione.
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Recensione |
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