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Chiamatemi Paola Riccora
Come una signora dell’alta borghesia napoletana diventò una commediografa di
successo
Frutto
di un accurato lavoro di ricerca, il saggio di Mariagiovanna Grifi rende omaggio
alla commediografa napoletana Paola Riccora, che con i suoi testi teatrali
fotografò un’epoca di grandi mutamenti sociali. Esponente di un teatro non solo
dialettale, tradusse e adattò commedie altrui, in particolare francesi, per poi
realizzare opere originali, messe in scena dalle più importanti compagnie del
periodo.
Merito
della Riccora è stato saper descrivere, pur essendo una borghese, anche la
realtà delle classi popolari. Della schiva autrice la Grifi, a lei legata da un
rapporto di parentela, ricostruisce il percorso biografico e artistico: durante
la Grande Guerra, spinta dalla necessità di mantenere i figli piccoli,
intraprende l’attività teatrale, adottando lo pseudonimo maschile di Paolo
Riccora per evitare i pettegolezzi che avrebbero suscitato i primi lavori dalle
tematiche un po’ osé.
Sarà
il marito, Caro Capriolo, a rivelare che Paolo Riccora era, in realtà, la moglie
Emilia Vaglio, ponendo fine alla curiosità della stampa per questa misteriosa
figura che riuscì a inserirsi a pieno diritto in un ambito tradizionalmente
maschile, stringendo rapporti con i De Filippo e con Matilde Serao.
Ampio
spazio viene riservato nel libro al sodalizio, interrottosi bruscamente, con
Eduardo e alla collaborazione con Viviani, per il quale avrebbe scritto, in
dialetto napoletano, “Fine mese”.
Nell’ultimo capitolo la Grifi cesella il ritratto di questa donna dalla doppia
vita, anticonformista sul lavoro – le trame delle sue opere erano caratterizzate
da tradimenti e triangoli amorosi – e fedele e rigorosa nel privato.
Simbolo per tutte coloro che ambivano a lavorare nel teatro come drammaturghe,
la Riccora si ritirò in anticipo dalle scene cadendo, alla fine degli anni
settanta, nel dimenticatoio. Scopo della pubblicazione è, dunque, la riscoperta
di un personaggio annoverato tra i minori a causa di una produzione giudicata un
po’ datata. Il testo è corredato di foto in bianco e nero e arricchito da note e
riferimenti bibliografici.
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Recensione |
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