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Generalmente, per una recensione,
si parte dall'inizio di un libro. Desidero, invece, questa volta, prendere
spunto dalla conclusione, là dove, alla richiesta da parte dell'intervistatore,
prof. Antonio Capuzzo, di una dedica di Lucia Gaddo Zanovello ai lettori, così
si legge: "Grazie, per aver preso in mano la mia anima". E l'anima l'abbiamo,
sì, presa tra le mani, nel suo mistero e nella sua sacralità, in piena
condivisione d'intenti e di riflessioni.
L'intervista non fa una grinza.
Particolarissima. Non è, infatti, il consueto susseguirsi di quesiti e di
repliche, ma un'analisi dettagliata e precisa di ogni angolatura che possa
riferirsi alla poesia, al suo calore, al suo sussistere nel magma vulcanico di
questo mondo, sovente disinteressato o distratto. Le domande poste da Capuzzo
sono un'indagine critica riferita non solo a ogni spunto lirico della Zanovello,
ma anche a tutta la poesia in genere; sono la dimostrazione di quanto uno
scrittore possa intendere e amare l'arte della scrittura; sono un saggio di
bravura incomparabile. Le risposte della poetessa non risultano solamente un
ripensamento sul personale operato letterario, ma sprigionano grande
consapevolezza di ciò che significa essere "persone", prima, e "poeti", poi.
Confesso: di quest'autrice non
avevo letto molto finora, ma, da quanto e da come scrive, ho l'impressione di
conoscerla a fondo e da sempre. Antonio Capuzzo mi è, invece, noto per il suo
modo d'affrontare la "parola" e di renderla veicolo di messaggi autentici e
persuasivi. Avevo letto Il mare. L'ho ripreso fra le mani: avevo scritto in
grassetto: "Da rileggere" (e lo annoto per pochi autori). In Amata poesia, le sue
ipotesi interpretative hanno una dimensione universale; il suo tocco sottile sa
scandagliare la coscienza e il senso di responsabilità di un poeta, nei
confronti della vita e della società; il suo accostarsi all'autrice è serio e
delicato al tempo e denota, come sottofondo, un'architettura culturale e umana
di tutto rispetto. Le confessioni aperte della Gaddo sono un approccio spontaneo
e sincero alla realtà umana e all'interiorità dell'essere, un approccio vitale
che scaturisce da esperienze sia di vita sia di scrittura e da una saggezza
degna di nota e d'attenzione; sono uno scavare origini, motivazioni,
sussistenza e conseguenze dell'arte poetica, nella perennità del sentire umano;
sono esse stesse un ordito lirico che seduce la mente e rinfranca il cuore.
E tutto è ampiamente espresso con
proprietà linguistica, chiara intelligibilità, proprietà lessicale, rigore
morale e tono prettamente colloquiale. La penetrazione degli argomenti e il
processo dialettico di meditazione sugli stessi, poi, fanno di questo libro un
vero e proprio saggio dinamico e più che mai attuale sull'essenza profonda e sul
valore insostituibile della poesia e, soprattutto, sullo stupefacente,
irrepetibile canto dell'esistenza umana.
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Recensione |
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