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Forse diventerò
come il silenzio

Poesia.
Introdotta da un passo del De rerum natura di Lucrezio, la raccolta
permette già una linea di ‘percezione’ dei contenuti, in particolare sul tempo.
Ora ogni poeta si distingue per alcune singolarità della scrittura, pur
utilizzando il verso libero come ormai è consuetudine dei più, ma non è detto
che questo significhi mancanza di musicalità. Infatti anche un fenomeno poetico
quale l’anafora, assume un proprio significato nel ribadire alcuni elementi che
il poeta desidera evidenziare o rimarcare.
E una certa aura musicale trascorre
nei versi, indipendentemente dalla loro lunghezza, derivando almeno in parte
dalla immaginazione che, non più soggetta a vincoli tecnici, sviluppa in
senso estetico le sue potenzialità. In genere queste liriche sono contenute
entro una forma ‘slanciata’, al fine di dare un ritmo al testo, senza superare
determinate misure, raccogliendo così l’idea in un’unica fase coerente, pur
articolata al suo interno.
La natura è ispiratrice di graziose descrizioni che
in ogni caso introducono ai paesaggi dello spirito, perciò l’anelito si spinge
oltre, come in Addormentarsi, dove i luoghi risultano estesi in senso
simbolico. In Chiaro di luna l’autrice con soli tre versi sembra
riassumere diverse coordinate: l’essere, il linguaggio, l’universo. Concetti che
traspaiono quali fondamenti della realtà, al cui centro sta sempre l’individuo,
con la sua aspirazione a un disegno non perituro.
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Recensione |
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