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Minacciosi schiumano i flutti. (Versi tra fine ’800 e
inizi ’900)
Poesia. Ben più
noto come scrittore, Gor’kij si dimostra anche valente poeta. Nasce nel 1868 a
Nižnij Novgorod (Russia Centrale). Dotato di straordinaria memoria, accresce la
sua cultura come autodidatta. Arrestato per propaganda rivoluzionaria nel 1889 è
politicamente vicino al partito social democratico. Tre anni dopo pubblica un
racconto con lo pseudonimo per cui è noto, in realtà si chiamava Aleksej
Maksimovič Peškov.
Queste poesie dimostrano come in qualità di poeta lo
scrittore “riesce a dire la sua”, soprattutto perché sono composizioni prive di
complicazioni intellettualistiche ma dominate da uno slancio giovanile, da una
fiducia che fa dire “Io canto inni al futuro”. C’è un senso affermativo, sia
della realtà vista però in un’ottica quasi romantica, sia nella proposizione
dell’io che, come vedremo, dovrà poi soggiacere a all’idea collettiva del
realismo socialista. Già si rende conto che la verità non è sempre ascoltata, né
emerge dall’alone di menzogne che la circonda. Sul Mar Nero la natura si
presenta nelle sue molteplici vesti, fra chiarore e oscurità, pare difatti che
il paesaggio assuma una valenza umana, ed è questa in fondo la vera cifra
espressiva di tutti quei poeti che si affidano alla natura in un senso perfino
panteistico. Se la poetica di Gor’kij necessita di una certa espansione
‘narrativa’, pure è capace di sintesi: “Solo spruzzi – smeraldi” (testo citato).
Era comprensibile quindi che le violenze – forse necessarie – durante la
Rivoluzione d’Ottobre gli ripugnano: “Ecco – di bruti armati | Ovunque si è
increspata la terra”. La fanciulla e la morte si sviluppa in modo diverso
da Claudius, svolgendosi col titolo di favola. Lavori quali Il canto del
Falco appartengono alla poesia sotto il profilo estetico, elevando a
personificazione gli elementi naturali: “Le montagne sono imponenti e
pensierose” oppure “E il mare adula la riva”. Quella cifra giovanile non viene
eliminata dalla prosa, poiché è nell’intimo dei significati che si nasconde la
poesia.
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Recensione |
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