Passi sulla
sabbia
Poesia. Nel
panorama poetico contemporaneo spicca certamente il nome dell’autrice, non solo
perché questa è la sua settima raccolta (senza contare la narrativa) ma per
alcune peculiarità altre volte segnalate.
Già in apertura abbiamo un’idea della
concezione di poesia: nel flusso costante e ricco di inventiva l’ars
poetica si affida essenzialmente a una prospettiva estetica, nel senso che la
forma, corrispondendo all’impulso dell’ispirazione, non tiene conto di regole,
ma affida il proprio messaggio alla bellezza delle immagini a un sentimento che
fa della natura un elemento portante. Perciò spesso i versi si rivolgono a un
sentire alto, a un ragionamento che non è strettamente logico ma intende
cogliere negli aspetti anche labili della realtà il loro significato.
Dunque
quei puntini di sospensione ci sembrano indicare un luogo oltre,
considerando che non sempre la parola è in grado di esprimere le sensazioni e le
intuizioni che memoria e fantasia suggeriscono. Perciò alcuni riferimenti ad
altri poeti sono importanti per definire anche quale sia il territorio culturale
in cui la poetessa si muove, e intendo un universo dove il lirismo è parte delle
peculiarità contenute nei testi. Quando l’idea descrittiva tenta di
concretizzarsi rimane costante il prodursi di un paesaggio intimo e remoto
affidato al canto della poesia.
Difatti non molti sono i riferimenti che possano
collocare questi versi in una dimensione storica, ancorché vi appaiano nomi di
altri poeti, per esempio Wordsworth o Whitman, al punto di inserire brani che
creano un ponte comunicativo, contribuendo a soluzioni personali (tra i nostri
si veda il Leopardi). Occorre quindi abbandonarsi all’istinto ‘fluviale’ di una
scrittura che ci trascina in emozioni antiche eppur nuove grazie alla magia
della parola e ai segni dello spirito.
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