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Poesia. La
storia letteraria del Novecento (e oltre) dovrà
tener presente Cara come un autore che ha conferito alla poesia la purezza
originaria con un processo linguistico in più
casi progressivo e in virtù
dell’intima
scaturigine, di una fantasia verbale sviluppata spesso per germinazione:
è
nella prassi una ‘misteriosa’
nascita e traduzione dell’idea
in parole. Accettiamo i diamanti dal taglio perfetto di certe sue intuizioni:
‘sfere
fugaci’
(p. 17) o ‘Dio
sempre più
insondabile’
(p. 28). Le tre parti in ‘prosa’
seguono la stessa materia creativa e spirituale
‘in
mezzo a ruderi, tarli, icone’
(Il cadere della sera, v. 14).
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Recensione |
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