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Saggistica e
memorialistica. La rivolta d’Ungheria
(ottobre-novembre 1956) per instaurare un socialismo dal volto umano venne
repressa dai carri armati sovietici. Sono ancora vivi nella memoria di molti i
disperati appelli degli insorti. Un’ondata
di proteste si levò
pure in Italia, soprattutto ad opera degli studenti. A quel tempo Plivelic
amministrava un reggimento di artiglieria contraerea nei sobborghi di Budapest,
centro della rivolta: con questo libro egli fa rivivere quei giorni fra timori e
speranze, registrando numerosi episodi che vengono ad arricchire la storiografia
su quell’insurrezione.
Stupefacente la differenza di informazioni riportate dai giornali (pp. 243-278),
per esempio fra L’Unità
e il Corriere della Sera.
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Recensione |
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