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Narrativa. In questa
linearità di scrittura (arte difficile, ma qui realizzata con perizia) si
profila una vicenda ‘frutto di fantasia’ (p. 2), che però balza realmente viva;
si potrebbe azzardare un nome: M. Duras. Il lago – per l’incipit manzoniano cfr.
p. 51 – è un fondale ‘attivo’ di fronte al quale persone e sentimenti acquistano
rilievo, in spunti paesaggistici efficaci nella loro brevità, es. a p. 33 ‘Le
montagne si scoloravano’ e ss. E vanno considerate pure le frasi che introducono
al romanzo, specialmente quella dall’Antigone di Sofocle, poiché fornisce
la chiave per ‘capire’ le azioni di un serial killer. La suspense tocca un acme
nel capitolo Diciassette. Due poesie, originali anche sotto il profilo
lessicale, aprono e chiudono la storia.
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Recensione |
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