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Narrativa.
Leggendo a posteriori le critiche a questo romanzo opera prima non si può
che concordare: a vent’anni
è
difficile ripetere il caso Radiguet, né
proporre in altro tempo e luogo il linguaggio d’un
Salinger. C’è
comunque una scrittura nel suo farsi, che
è
poi vita, o finzione –
narrativamente uguali. Un particolare tecnico: nel discorso diretto l’autrice
chiude con un trattino. Lo stile non
è
mediato, scorre spontaneo: ma i valori esistono, però
mutati formalmente. Sono gli eventi drammatici a portarli in luce. Del resto,
Luna è
nome romantico, e la storia –
al suo interno –
lo dimostra.
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Recensione |
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