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Come un bruco assetato di cielo
Poesia. Divisa in due parti, la raccolta contiene poesie
del quinquennio 2000-2005: vedono quindi la luce a oltre dieci anni di distanza
e fissano un periodo entro il quale si dispone un ampio spazio per poter
indicare alcune peculiarità di stile e di contenuto. Solo alla fine delle note
biografiche si apprende che tra gli obbiettivi dell’autore vi è la fusione di
poesia, filosofia e computer art, un insieme originale in grado di proporre
nuove soluzioni in un panorama letterario spesso adagiato su facili moduli
espressivi.
Ciò non toglie che certe domande sostanziali dell’essere riversate
nella scrittura riescano a far coincidere il senso con il risultato.
Questi tre versi nella lirica iniziale pare davvero che ci colpiscano tutti:
“Senza requie, | ignari | del loro silenzioso destino.” Il taglio netto e deciso
di molte composizioni ci fa tornare alla mente una realtà tecnologica che tenta
di assorbire ogni elemento umano fino a snaturarlo, ma qui sta proprio la forza
intuitiva dell’autore, sfuggire al nulla che in fondo il mondo ridotto a schema
ci presenta. Un testo come La Redenzione di Lucifero non solo fa emergere
un dato ‘spirituale’ ma coinvolge in una scelta che non può venir disattesa; è
una folgorante parabola il cui finale dovrebbe avverarsi.
È ancora una volta il
lessico a determinare la rilevanza stilistica tradotta nell’atto creativo, con
l’irta bellezza di alcuni versi che scavano entro una materia linguistica in
divenire, pur con tratti esornativi, ma sempre attenta alla decifrazione delle
cose e del loro significato (Mondi sottili), finché la metafora, uno dei
portati base del fare poesia, diviene qualcosa d’altro (e di alto),
esempio di una tragica stasi in cui tanti si confondono, mentre è il movimento
di un libro come questo a darci indicazioni per un risveglio.
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Recensione |
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