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Narrativa. Immedesimarsi nella psicologia canina non è
facile; alcuni ci hanno provato, per esempio Kafka, ma i ‘ragionamenti’
conducono, almeno in parte, a una psicologia umana. Questo romanzo ‘canino’ in
prima persona è però condotto con intelligenza, e talune osservazioni sono
pienamente condivisibili: l’odio è ‘sentimento del solo uomo’ (p. 118) e gli
animali sono aggressivi per necessità (p. 71). Che esista un ‘linguaggio’ nei
cani è indubbio, tra cui la gestualità (p. 84). L’autore è, tra l’altro, noto
per l’antologia del ‘Riposo di Snoopy’. Il presente libro permette di vedere
nella giusta ottica i rapporti tra l’uomo e il cane, e, in senso più lato, tra
l’uomo e gli animali, che possono diventare membri della famiglia umana.
Curiosità: le origini del detto popolare ‘fortunato come un cane in chiesa’ sono
illustrate a p. 103.
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Recensione |
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