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I Pronipoti: gli Sposi sono ancora Promessi?

Teatro. L’opera manzoniana è importante non solo per la vicenda (spesso nei grandi autori è un ‘pretesto’) ma in particolare per il perfetto uso della lingua italiana che ancor oggi fa testo. Della vicenda poi si sono interessati non pochi musicisti, il più noto senza dubbio Amilcare Ponchielli.

Or dunque è un romanzo che diffonde il suo benefico influsso anche al presente, e lo dimostra questa commedia (ma con un finale non proprio spensierato) in tre atti, – liberamente ispirata al capolavoro manzoniano – nella quale i tradizionali personaggi ricevono nuova linfa e nuova vita. I tempi, ovviamente, sono cambiati, e a quanto pare anche gli umori dei protagonisti, in particolare di Renzo e Lucia.

Quest’ultima poi risulta più volubile di come siamo abituati a vederla: si innamora prima di Rodrigo Esquivel, un poco di buono, poi viene attratta dal medico presso cui era in cura. Diciamo che la commedia scompagina le carte, mostra risvolti imprevedibili, ed è sempre condotta con dialoghi spontanei e toni sovente brillanti. Se ne dovrebbero dire anche di Renzo che, ahimè, sbadato tampona un’ambulanza e risulta positivo all’alcol test. Si osservi poi cosa ha realizzato don Abbondio. La nota triste invece è fra Cristoforo, ma pure questo fa parte della vita. Per chi non frequenta i teatri, la lettura della commedia di Rosina sarà una piacevole sorpresa.

Recensione
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