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Narrativa. Un romanzo si considera tale – tecnicamente –
oltre un certo numero di pagine, ma non sempre è così. Il convento e la
mezzana è un romanzo, che condensa certi eventi senza disperdere i
particolari, dai quali si evince la capacità espressiva di un narratore.
Paragrafi, brevi e a volte incisivi, come l’inizio, essenziale nelle sue
implicazioni: ‘Sei partito’. Pure il discorso diretto tende a inserirsi secondo
la dinamica del testo. Né manca il linguaggio traslato: ‘Una serpe avvolta
attorno a un pensiero mai del tutto concretato’ (p. 13); o quello poetico, per
es. nel finale (da ‘Scorgerete una sfera’). La trama non è per lettori
disattenti: ammirevole vi appare l’invenzione linguistica, il segno, portatore
di ulteriori possibilità.
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Recensione |
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