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Il mare delle nuvole. Poesie 2005/2014
Poesia. Vi sono caratteristiche in una raccolta poetica
che si identificano anche dopo una rapida lettura — col principio che un testo
va non solo letto e riletto, ma assimilato. Le liriche (in parte
anepigrafe) di Carlucci presentano uno straordinario nitore di scrittura – che
non viene meno neanche se sfiorasse il bizarre – in un progressivo
cristallizzarsi di immagini e idee con ascendenza dal ‘mito’, ma sempre in una
appropriata misura creativa. Tale ‘cristallizzazione’ è in realtà una perfezione
‘pensata’ che non decade: “Virgola desolata di una rosa | putrefatta nel
settembre che verrà” (p. 47), e in altra soluzione: “Ecce Homo di
polvere” (La ballata delle pietre). Dove ci conducono i passi? forse
verso l’ignoto? “Il bandito se ne va | nella selva rossa di nuvole | una sera” (I
nuovi Sciti). Che emerga un certo romanticismo non è male: “È rosa d’inverno
il tuo sorriso” (Nella gabbia di vetro) o “quel roseto di nubi” (L’occhio
di speranza si saluta). Notevole pure la prefazione di Perilli: un tutt’uno
con la silloge.
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Recensione |
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