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Il Profeta
Narrativa.
Nell’ampia introduzione di Ruffilli vi è un passo per cui ognuno dovrebbe
considerare la propria vita un sincronismo secondo cui “il presente abbracci con
il ricordo il passato e il futuro con l’attesa”: per Sant’Agostino invece
passato e futuro non esistono, ma esiste solo il presente, e in effetti anche le
cose conservate dal passato sono nel presente. Jibran Kahlil Jibran nasce
nel 1883 in un grosso villaggio del Libano. Pubblica il primo libro (Il pazzo)
nel 1918, ma l’opera che gli darà la fama è appunto Il Profeta (The
Prophet). Muore per cirrosi epatica nel 1931.
La sua fama però continuerà
oltre la morte, infatti diverse opere vennero pubblicate postume. Ci si chiede:
come mai tanto successo? La critica in genere è stata meno generosa,
probabilmente per le idee particolari, ma poi non tanto, che Gibran professava,
anche se vi appaiono variazioni com’è peraltro comprensibile in una materia così
complessa che si muove tra filosofia e mistica. La traduzione rende in modo
evidente una scrittura limpida, che per taluni aspetti si dovrebbe ritenere
‘evangelica’. Infatti la storia, prima della partenza di una nave, appare un
espediente per affrontare le tematiche che in pratica coinvolgono qualsiasi
elemento dell’esistenza. “Perché vita e morte sono una cosa sola” afferma il
Profeta. Da questa e da altre asserzioni è intuibile un tono quasi perentorio,
poiché così deve essere, formulazioni quindi secondo un’ottica che tenta
di superare la stretta contingenza dell’essere umano, con riferimento alle
difficoltà che incontrano sia ragione che sentimento se non resi in una
equilibrata dimensione.
Indipendentemente perciò dai contenuti, che interessano
meno la linguistica, è lo stile di Gibran a costituire uno degli
ingredienti del suo successo, nel caso specifico la traduzione ha colto il segno
espressivo dell’autore riproducendone i significati al massimo grado. Altro dato
che individua l’esito popolare del testo è che spesso si cerca in un libro la
guida, ma esistono uomini che si inoltrano in territori ignoti senza alcuna
guida.
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Recensione |
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