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Saggistica. Di un’opera così organica e con la quantità
di suggerimenti che contiene (sotto il profilo culturale non c’è che da stupirsi
per la solida cultura supportata dalla ‘passione’ della conoscenza) si può solo
verificarne alcuni aspetti, fra gli altri l’afflato religioso che la percorre,
in una poliedricità teorica per cui si accenna al pericolo ‘di divenire succubi
dell’ideologia’, tanto che lo stesso dubbio rischia di farne parte. Un altro
dato esaminato è la leggerezza (cfr. Nietzsche): ai confini esiste
l’inconsistenza o la mancata relazione tra oggetto e parola. Non a caso nella
seconda parte del volume incontriamo il capitolo Barlumi (da un verso di
Montale): significativo il rapporto con la musica, si veda G.F. Malipiero coi
suoi ‘barlumi’, trasparenza che presagisce il fondo; la verità pare nascosta
dietro ciò ‘che si crede di vedere’. Ma Giachery è anche poeta; la conferma a p.
195: ‘Giorno e ora di calma assoluta’ e ss.
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Recensione |
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