| |
Poesia. Quattro raccolte (brevi) di altrettanti autori:
un feeling non solo editoriale ma non di rado stilistico e ‘narrativo’.
Per esempio: la natura è presente. Quattro poeti di incontestabile personalità.
In Antonio Alleva (Altri congedi nel moto perpetuo) l’aspetto formale è
una penetrazione nella parola, poi distesa in ‘significati’ e immagini. Leandro
Di Donato (L’arco delle mani) è un ‘lirico’, ma attento all’impegno
sociale (es. p. 45), che riesce a contemperare tale lirismo – non certo corrivo
– con la purezza del segno. Roberto Michilli (La fine degli incanti)
contiene parti ‘romantiche’ percorse da inquietudini con altre la cui perfezione
descrittiva è sottesa alle figure ‘naturali’ che emergono. Infine Raymond André
(Fuochi allìaperto), attorno al quale pare costituirsi questa antologica
per una vicenda personale conclusasi prematuramente (1956-2010). È uno di quei
casi che la memoria non deve mai tradire. L’affinità con gli altri poeti
comprende anche una riflessione sulla vita (Splendid Hotel) quando
scrive: ‘chissà quanto di noi è scelta’ — e qui schiude un pensiero mai
completamente esplorato: cos’è questo infinito ciclo di esistenze nel tempo? che
cosa resta delle storie umane? la realtà può quindi essere solo apparenza?
‘Abbiamo la stessa carne del vento sulle chiome | dei cedri e degli ulivi’ (Tagli).
| |
|
Recensione |
|