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Memento. Giorno del Ricordo

Poesia, narrativa e teatro. Ci sono libri che, per il loro significato, contengono assai più di ciò che riportano. Spesso si dice che si dovrebbe partire dalla loro struttura, che qui è chiara, unendo diverse tipologie di scrittura in una unità anche ideale. La dedica riveste un’importanza fondamentale: A mio padre | Alla sua generazione di esuli giuliani dalmati | A Orebić.

Sono le poesie a costituire la parte più emozionale del libro: in esse si rispecchia non solo un carattere lirico, ma una vicinanza concreta ai luoghi amati, da dove scacciati si vorrebbe tornare per rivivere quei profondi affetti non obliabili, anche se la poetessa scrive “Ha un peso d’ombre la memoria”, ed è proprio questo limpido verso a determinare il senso e la purezza che ogni memoria reca con sé. Le “trame di storia” si dipanano lungo coste, isole, paesi, dotati di una irripetibile identità. Nel racconto Esilio, introdotto da un bellissimo passo di Pavese, ci rendiamo conto di quanta efferatezza generino la guerra e i regimi totalitari che calpestano qualsiasi diritto.

Se i nomi cambiano, tuttavia la già citata identità rimane, e l’esule, dopo gli orrori delle persecuzioni e delle foibe, mantiene in sé quei valori indistruttibili, essere cioè vincolati alla propria terra, con la saggezza di nonno Ivanko: ogni uccello col suo stormo — svaka ptica svome jatu. La terza parte riporta il monologo teatrale, già altre volte rappresentato, Memorie dal sottosuolo, per la ricorrenza del 10 febbraio.

Recensione
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