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Narrativa. Numerosi sono gli elementi che ‘confluiscono’
in questo romanzo, la cui struttura (ventidue capitoli, più prologo ed epilogo)
e la linearità lo prefigurano come un classico postmoderno.
Comprensibile, cioè, ma articolato e con un meccanismo-contenuto in sé
‘implacabile’. Nei suoi aspetti vi è il de-scrivere (p. 35), la fragilità
dell’io (p. 112), la propensione alla metafora (p. 151), il desiderio di natura
(p. 174), un’efficace aggettivazione (p. 212), un’inventiva linguistica che va
oltre il dato denotativo (p. 268): e questi sono soltanto alcuni esempi. Vi si
aggiunga la scrittura ineccepibile, a dimostrazione di come la nostra lingua
abbia ancora molte possibilità creative. Si capisca infine il senso della figura
inquietante del ‘non morto’ in copertina: il che fa temere che certi personaggi
non siano facilmente eliminabili.
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Recensione |
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