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Sarà per questo che Dio ci ha dato la pelle?
Narrativa. Sarebbe affascinante l’ipotesi di una memoria
che – come in un racconto di J. L. Borges – potesse ricordare tutto: perciò la
fantasia a volte deve supplire quel che non è stato detto. La vicenda personale
dell’autrice si inserisce nel contesto più ampio della Storia, con episodi
inquietanti (I,142). Si comprende come nasce una scrittrice o, meglio,
la scrittrice (I,486), e apprendiamo anche la funzione dei puntini di
sospensione. I due volumi rappresentano una specie di compendio enciclopedico:
per esempio, c’è una sintetica storia della musica (I,501), che suscita immagini
(II,619), e ci sono testi musicati, es. D. Thomas (II,787), cfr. I. Stravinski,
In memoriam Dylan Thomas; o una disquisizione sul Bolero raveliano
(II,1142). Perfino curiose profezie su ciò che accadrà (II,1187). Dentro un così
ricco insieme di notizie, che testimonia di una vasta cultura, il lettore può
seguire il filo psicologico dell’io e il sentimento dell’esserci.
Nelle vicissitudini del singolo si rispecchia l’intera umanità, con quel ‘colore
del tempo’ che appartiene a ciascuna generazione.
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Recensione |
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