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Narrativa. La malattia con le sue conseguenze dovrebbe
farci riflettere sulla precarietà dell’essere umano: per ogni individuo sembra
ci sia un destino diverso, non sappiamo se predisposto o accidentale. Quanto
afferma il Dalai Lama (p. 4) è da tener presente: non pochi sono coloro che
“muoiono come se non avessero mai vissuto”. Ora, il romanzo di Astolfi ci fa
seguire passo per passo il decorso della malattia cui il titolo allude per
assonanza — ma per fortuna il presagio non si è verificato. Una prosa
sorvegliata, eppur libera e spontanea, che descrive gli eventi con piena
consapevolezza, quasi un ‘vademecum’ per chi dovrà affrontare la stessa
esperienza. Al di là di ogni possibile ‘letteratura’ l’autore ci ricorda che
“Ognuno di noi ha la propria, di storia, e questa, per chi la vive, è l’unica
che conta veramente” (p. 85).
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Recensione |
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