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Chiedo i cerchi
Valeria Serofilli è nata a
Parma, ma vive a Pisa; il fatto di essere toscana d’adozione è strettamente
connesso, nella sua poetica, alla presenza di una spiccata impronta luziana,
della quale è pervasa la sua scrittura, nella quale trovano inserimento,
addirittura, citazioni luziane dirette. Oltre alla presenza, di Mario
Luzi, nelle poesie dell’autrice riscontriamo un solido richiamo montaliano.
E’
indiscutibile, in ogni, caso, che la poetessa, pur assimilando i modelli
suddetti, riesca a trovare una cifra originale, nei suoi
testi, un’autonomia
espressiva, che è il dato rilevante di ogni bravo poeta. Chiedo i
cerchi è composto da poesie che sono tutte fornite di titolo e che si
differenziano molto tra loro a livello formale: infatti, nel libro, possiamo
leggere sia poesie lunghe, articolate in strofe, sia poesie brevissime,
costituite da pochissimi versi scarni e scabri. Elemento da mettere in rilievo è
che la poesia della Serofilli sia di natura tout-court lirica, fatto molto raro
nel panorama poetico italiano contemporaneo, una poesia lirica del tutto
moderna, ben controllata, leggera e icastica.
Il testo risulta articolato e
interessante, anche a livello architettonico, nelle sue scansioni che sono-
quella eponima,, intitolata, appunto, Chiedo i cerchi, Gli ulivi
abbacinavano il sentiero, Se caso mai spronato, Omaggi, Acqua d’Arno, Oltre,
Sapide parole, Sei il bimbo., I versi di Chiedo i cerchi sono
caratterizzati anche da una dosata musicalità e da chiarezza e nitore e,
tematica fondamentale, è quella naturalistica , per cui troviamo spesso nei
testi la presenza di animali e piante:: è una natura rarefatta e
interiorizzata, quella della Serofilli: ad esempio, in una poesia della sezione
Gli ulivi abbacinavano il sentiero incontriamo n un componimento gli
ulivi che pervadono non solo il sentiero, con la loro semplice presenza, ma
anche l’enigma del pensiero dell’essere umano.
Originale e interessante la
sezione Omaggi, nella quale troviamo cinque poesie dedicate
rispettivamente a Mario Luzi, Pablo Neruda, Dino Campana, Lionello Fiumi, e
Pier Paolo Pasolini: in questa sezione c’è raramente un “tu”, al quale la poeta
si rivolge e in esse c’è un interanimarsi della scrittura dell’autrice, con le
poetiche degli autori a cui si rende omaggio. Nelle liriche di questo libro
Valeria Serofilli, porta avanti il discorso intrapreso fin dall’inizio
dell’esplorazione dell’universo poetico.
Come già accadeva nella produzione
precedente dell’autrice, ci sono in questo volume anche componimenti che si
muovono in modo autonomo, e in qualche caso perfino del tutto controcorrente
rispetto a tali orientamenti e a tali ascendenze.. Ci sono inoltre alcune poesie
particolari, in cui un’ironia diretta, a volte tagliente,, si sposa ad un ritmo
incalzante.
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Recensione |
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