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E giorno si ostina

Elio Grasso è nato a Genova nel 1951. Poeta e critico, ha pubblicato numerose raccolte di poesia. E giorno si ostina è suddiviso in cinque sezioni: ed è preceduto da una prefazione di Carlo Alberto Sitta, intitolata Circolarità del senso. Le scansioni nelle quali il libro è suddiviso sono: Il sangue è questo, La realtà cresce, Il lavoro della donna, Ogni volta la poesia, E giorno si ostina.

La raccolta è composita e ben strutturata architettonicamente Tutte le poesie sono formate da una, due o tre strofe, sempre molto compatte. I versi di ogni singola strofa procedono sempre in lunga ed ininterrotta sequenza, senza punteggiatura. E’ presente, in tutto il tessuto linguistico complessivo, una forte densità metaforica e sinestesica . .

I componimenti sono vagamente alogici e caratterizzati da una certa forma anarchica. C’è un tono di magia e sospensione e l’aggettivazione è piuttosto frequente.

Cifra dominante pare essere l’eleganza dello stile e tutte le poesie sono ben risolte. C’è una vaga tendenza verso una forma neo orfica e i sintagmi sono caratterizzati da mistero e oscurità.

Poetica complessa quella di Elio Grasso, nella quale è difficile rintracciare dei contenuti. I versi sono tesi, scattanti e luminosi e fortemente icastici e non sembra che l’autore produca delle tematiche precise e ben delineate.

Fattore importante è la forma ed è presente una forte dose di corporeità e fisicità. Si prova fortemente l’impressione che, nelle immagini sempre molto icastiche, che il poeta ci presenta, ci sia una certa dose di interdipendenza tra una figura e l’altra, quasi che da ogni visione evocata da Grasso, scaturisca quella successiva; si tratta, insomma di uno sgorgare di frasi, sempre molto ben calibrate l’una dall’altra e sembra, appunto, che si realizzi quella Circolarità di senso, della quale parla, nella prefazione, Carlo Alberto Sitta.

Nei versi c’è sempre un rigoroso controllo, nel loro dipanarsi sulla pagina e c’è una grande compattezza espressiva.

Si può senza ombra di dubbio affermare che Elio Grasso sia uno di quei poeti che non aderiscono minimamente alle tendenze neoliriche o elegiache, tipiche ti tanta poesia oggi prodotta in Italia; ciò deve essere visto necessariamente come un elemento positivo, perché l’autore riesce a produrre una scrittura originalissima e caratterizzata da un forte senso di bellezza spesso ambigua e intrigante.

Le immagini che l’autore ci presenta sono connotate da una forte carica di sensualità e i versi non sono mai debordanti, ma sempre sottesi ad una grande armonia, pur presentando costantemente le caratteristiche alogiche e anarchiche di cui si parlava.

Nel panorama della poesia odierna, il nostro si stacca completamente da quello stabile appiattimento, che si realizza in lirismi statici e in contenuti ripetitivi.

Il poeta riesce ad elaborare una poetica che, di raccolta in raccolta, diviene sempre più caratterizzata da una originale bellezza.

Nella sezione eponima, pur non raggiungendo una indiscutibile chiarezza, Grasso produce immagini meno criptiche e oscure e, in questa sezione,, nella composizione numero uno, l’autore, partendo dall’incipit E giorno si ostina costruisce un tessuto sinuoso nel quale vengono dette febbri ardenti, la casa, l’incastellato silenzio e altre immagini molto evocative, fino ad arrivare alla chiusa nella quale si parla del gran potere del giorno e, nominando di nuovo il giorno, si chiude il cerchio, iniziato nelle prime parole della composizione, con il ridondante E giorno si ostina.

Poetica, quella di Grasso, caratterizzata da improvvisi accensioni e spegnimenti, una forma, quella elaborata dall’autore, che, mirando essenzialmente ad una riuscita compresenza di bellezza e limite, ci porta a territori che il giorno non sembra conoscere, ma che sembrano scaturire da un inconscio ben controllato.

Come scrive Carlo Alberto Sitta in Circolarità del senso, l’attenzione alla forma porta, in poesia, ad esiti talvolta irrepetibili. La forma include praticamente tutto, anche l’informale, quasi sempre le esigenti pretese dei contenuti.

La forma è una necessità che s’intromette come uno steccato invisibile, ma in grado di condizionare il testo fino al punto in cui chi scrive o domina o inciampa.

Veramente alta la forma di questi testi, nei quali magia e stupore si uniscono per produrre un tessuto luminoso e plastico.

Quel privilegio fiorito dove alba
voleva partendo dalle reni e salendo
alle spalle per essere pelle tesa
lungo il primitivo odore sprigionando
invocazioni e colpi di labbra e fortuna
presi dal principio dello sterno
al sonoro senso dato ai suoi fianchi
per vostra trepida ascesa di sangue.

° ° °

Anche tu hai il futuro nel corpo
le radici che spuntano dalle dita
di barbara consistenza seminando
i nomi dei paesi in tutto il ventre

durante l’urto e il bacio cedendo
all’identico cielo dopo i due mari
e tutto aprì in quell’unico attimo
poiché su terra di stirpe antica vai.

E il giorno si ostina sapendo ostinarsi
la macchia la febbre ardenti venature
viste e corrose perché funziona l’arte
del sonno vicino alla colonna vertebre
accurate per il coltello sistemando
la casa l’incasellato silenzio le mani
corporee dove scivola via un peso
incenerito nel gran potere del giorno.

Recensione
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