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Questa volta Fausta lascia cadere una pioggerellina fitta di composizioni ed ogni goccia ha la sua anima. Le più brevi, quelle direi quasi più lapidarie, sono delle vere perle. L'atmosfera complessiva che tuttavia si può cogliere sembra stemperarsi verso i colori pastello. Si tratta di diverse tonalità delle emozioni o di una patina di quiete che si posa sui versi? Forse è solo un'impressione perché un "cuore di vetro" sta lì a mostrare tutta la potenza espressiva della tristezza di Fausta. O forse si tratta dell'impreziosirsi dei momenti più sfrontati e sanguigni, divenuti più rari? Devi rileggerle più volte queste composizioni se vuoi apprezzare appieno la muta esplosione di esigenze sensoriali latenti, sparse qua e là. I toni appaiono più pacati rispetto a Incontri di Medusa, i temi più struggenti,l'introspezione costante, la tristezza definitiva. E solo all'ennesima rilettura, infine, ti accorgi che è soltanto un'impressione: il meglio rimane lì, vivo e vitale, ed è Fausta.

Fanno capolino anche temi più sereni, come in "desiderio" con la sapiente metamorfosi d’immagini. Il travaglio, tuttavia,appare forte: la consapevolezza amara di "Donne", il fatale percorso erotico del "Corpo", l'inquietante, ma indimenticabile, cortometraggio di "Medusa di notte" sono lì a ricordarci il logorio interiore senza tregua delle passioni. Quando la passione è esausta, nelle pause, sapienti passaggi descrittivi (Stonehenge), mestizie del ciclo della vita (Piana degli ulivi), commoventi rapporti intimi con la dimensione del deserto (Vento di Sahara), incendi che bruciano ma non incendiano e terre basse. All'improvviso: Sorpresa! Ecco "Tatuaggio" con insolite immagini suggestive, ma graffianti come solo Fausta sa, ecco "Piovra" con la grinta contorta, sfrontata e matura, ecco, fantastica, "La tastiera" che, fulminea ed intensa racchiude un lungo racconto, ecco infine "La mano", che sembra uno schizzo buttato giù con quattro tratti di matita, ma che è poesia adulta. I mezzi, complessivamente più maturi, (si veda ad es. "Il cuore s'impicca di notte") consentono anche qualche digressione nel territorio della prosa poetica ("Cabina telefonica" ed altre).

Non ho criteri per valutare la sequenza di presentazione scelta, ma le ultime composizioni sorprendono ancora. In "Ombra" vediamo emozioni più fresche (o più antiche?); in "Palcoscenico", "Stella" e nella stessa "Tastiera" i toni si fanno brillanti. Sarà un nuovo indirizzo? Una nuova vena? Una promessa?

Recensione
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