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L'Angelo di Angela
«Prima o poi, me lo sento, qualcuno vorrà ancora una volta
discutere del sesso degli Angeli.... Così comincia l'Autore. E un Angelo compare
danzando fra i Cieli, li sbeffeggia, viene scacciato e perde l'orientamento. Ma
una Cometa, uscita chissà come dalle incandescenti fucine del Cosmo, gli indica
la strada. Destinazione è la Terra. Là dove l'Autore scopre i suoi limiti e
getta la spugna, mentre l'Angelo ritrova la Cometa e vola con passione fra le
sue braccia. Ma, fra un Angelo senza sesso e una Cometa senz'anima, quale amore
è possibile?, si chiedono gli altri protagonisti. Allora, proprio per amore,
entrano in gioco le ali: chi le aveva e le ha cedute, chi le raccolse, chi le
buttò, chi le perse, chi le trovò, chi le nascose, chi le scoprì, chi le prese
in prestito, chi le donò e chi le ha, le ha sempre avute e non lo sa. Tutti i
mondi, a questo punto, vengono tirati in ballo e trascinati via. Finché una
musica dolce non apre a un uomo e a una donna le Porte del Paradiso. E Lucifero
che, premuroso come sempre, si preoccupa di richiuderle, appendendovi un
cartellino: Qui, del sesso degli Angeli, rimasero incinte le stelle».
Così riassume la "sinossi creativa", riportata in quarta di
copertina, del nuovo imprevedibile romanzo di Angela Fabbri: Il sesso degli
Angeli (Este Edition, 2001). Già autrice dell'altrettanto originale Giochi
tremendi (Este Edition, 2000), Angela Fabbri ci sorprende stavolta con una sorta
di serial narrativo in tre puntate: "Tre Angeli in uno", "La stella Cometa" e
"Musica per corpi celesti", che corrispondono alle tre parti del romanzo, in cui
si alternano antiche fantasie e realtà futuribili, scambi di personalità e
riflessioni filosofiche, digressioni dentro a digressioni come fossero scatole
cinesi, angeli, demoni, stelle comete, personaggi impossibili, ecc. Tutti con le
loro peculiari "voci" (distinte dai diversi caratteri tipografici nella pagina),
e tutti faticosamente ordinati dal Biografo dell'Angelo: misteriosa figura di
narratore che svolge il bandolo dell'inestricabile e in qualche modo
"epicomitologica" vicenda. Anche se poi la sensazione che rimane, al termine
della lettura dell'articolata metafora, è che la straordinarietà della storia
risiede proprio e paradossalmente nel suo umanissimo significato.
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Recensione |
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