A lezione di sogno
“Sulla nostra / incerta presenza / qualcosa caduto / dal piombo del cielo /
disorienta l’attesa / nasconde l’amore / si frange come l’onda / che perde la
riva / resta soltanto / un ripostiglio di luce / e l’ultimo suono / uscito dalla
soglia: / la vita bipartita / ha perso l’ancora / e cerca la chiave / per fermare
il tempo.”
Nel sogno le figure, i colori, i tratteggi, le illusioni, gli
inganni prendono corpo palpabile e rincorribile, quasi una stoffa predisposta
alla piega, per farsi leggera o pesante a seconda della effimera velatura
dell’irreale . Anche il tempo non ha momenti di sospensioni, tra le improvvise
assenze che annebbiano il quotidiano o le ombre confuse che si affacciano
minacciose. L’onirico impone la sua magia tra gli intervalli che aprono squarci
materiali, pronti a decifrare le incertezze del silenzio o le cesellature del
visibile.
La lezione di Freud ci insegna a leggere per decifrare tutto quanto di
criptico si nasconde tra le fulminazioni del sogno; e la poesia del nostro offre
numerose occasioni di svelamenti, sfuggenti sino al loro estremo esaurimento,
per riversare memorie e simboli, come a rincorrere una clessidra quasi del
tutto svuotata. Continuiamo a sognare ma “La dialettica dei contrari / è la
connessione dei tempi / così se la luce / declina nell’ombra / come la vita nella
morte / sono soltanto / assenze transitorie.”
Lingua e stile sono elementi essenziali in questo viaggio, che potrebbe apparire
anche come indagine, vera e propria escursione nella parabola che mescola
conoscenza e immaginazione, ascolto e solitudine, segreti e rimembranze.
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