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Gabriella
Frenna a proposito delle liriche di Brandisio Andolfi, afferma che
"sono ridondanti di sospensioni; è interessante soffermarsi sulle parole e
sull'oggetto della contemplazione, sulla sua capacità di potenziare elementi e
aspetti esistenziali con una non comune sensibilità". E ancora, per quanto
attiene la bellezza e l'armonia del verso, dice di lui: "è un sociologo che
sente un'estetica soggettivista, rappresenta la quotidianità, evidenzia
quel trascendimento per mezzo del quale la poesia acquisisce una dimensione
più intima".
Questi due enunciati si trovano all'inizio del saggio
della Frenna
L'anima lirica e storica di Brandisio Andolfi e costituiscono, a nostro avviso, altrettanti punti fermi per
tutto ciò che viene dopo. Che è davvero molto. Perché Andolfi è un letterato
di notevole profilo; ma è altrettanto vero che l'opera frenniana di
riferimento è vasta e poliedrica. E non poteva che essere così, poiché notevolissimo
e appunto poliedrico è l'impegno culturale del personaggio di cui qui si
parla. Brandisio Andolfi non è infatti solo poeta (ben tredici i suoi libri
di poesia), ma è pure uno storico (ha pubblicato una monografia sul
condottiero Muzio Attendolo Sforza e alcune cronache personali dal titolo
Luoghi della memoria). E
non basta: pregevole è la sua attività di critico (sue le
pubblicazioni sul poeta Gaetano Andrisani; su Vincenzo Rossi, figura
rappresentativa del secondo novecento letterario; sulle opere poetiche di
Rudy De Cadaval e su quelle del grande Peter Russell.
Di Brandisio Andolfi hanno parlato molti autorevoli critici
letterari, tra i quali (ne citiamo alcuni a memoria):
Antonio
Crecchia, G. Bárberi Squarotti, Silvano Demarchi, Rosalba Masone Beltrame, Orazio Tanelli.
Lo studio di Gabriella Frenna sull'attività letteraria di
Brandisio Andolfi non è quindi solo un'opera ricca di approfondimenti
personali dell'autrice, ma è anche un prezioso ausilio bio-bibliografico che
i cultori di saggistica (e non solo) sapranno certamente apprezzare.
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Recensione |
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