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Poesia. Toni
lievi, grazia, sentimenti delicati (come rileva l’ottima prefazione), una
musicalità che si concretizza nei termini, es. “l’oboe d’amore del pianto” (p.
14), un lessico con pochi spunti retró (a’, p. 13; eternale, p.
20; lucere, p. 58), la beltà raffigurata ne Il dattero più dolce:
in sostanza, una poesia raffinata, il cui stile scorre lungo le sezioni del
libro con mutamenti semmai di soggetto. L’ultima parte (Sinfonia domestica,
titolo di straussiana memoria) contrasta per la tematica del quotidiano portata
sul piano dell’oggettività: cfr. postfazione, p. 75 e ss.
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Recensione |
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