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Enzo Agostino
e la Giornata di Studi
all'Università della Calabria, Cosenza

Il 5 maggio 2008, dopo cinque anni dalla sua scomparsa (14 agosto 2003), del grande poeta calabrese Enzo Agostino – nativo di Gioiosa Jonica nell’Alto Jonio Reggino – si parlerà anche a Cosenza. Incontri sulla sua opera si erano avuti a Gioiosa Jonica nel 2004, a Siderno nel 2005, a Locri nel 2006. Nell’ottobre 2005 l’incontro aveva avuto luogo anche nella Sala Ferri del «Gabinetto G.B. Vieusseux», in Palazzo Strozzi a Firenze. Promosso dagli “amici suoi di Toscana”, come leopardianamente hanno scelto di chiamarsi i suoi primi estimatori fiorentini, fu affidato a Franco Contorbia dell’Università di Genova, a Margherita Pieracci Harwell della Illinois University at Chicago, a Caterina Verbaro dell’Università di Calabria.

da sx: Francesco Piluso, Andrea Amoroso, Giovanna Fozzer, Walter Lupi, Maria Grazia Paumbo, Margherita Pieracci Harwell e Marco Gatto.

Sono ancora gli amici suoi di Toscana ad aver lavorato per ottenere l’attenzione dell’Ateneo cosentino su Enzo Agostino: tralasciando le risse, i personalismi o gli oblii accademici, una ragione seria dell’indugio esisteva, il timore di qualche autorevole accademico che anche per Agostino si trattasse di uno dei numerosi versificatori estemporanei, specie dialettali, che affollano gli scaffali delle librerie locali, o appestano il mondo della poesia, confuso con quello del sentimentalismo, dell’autobiografismo della peggiore lega, della memoria contrabbandata (anche innocentemente) per verità d’esperienza.

Prof. Giovanna Fozzer.

Prof. Margherita Pieracci Harwell.

Coordinatore della Giornata del 5 maggio il prof. F. WalterLupi, coadiuvato validamente dal dott. Francesco Piluso, da tempo attento lettore della poesia di Agostino e autore di pagine critiche sull’argomento. È motivo di soddisfazione verificare che tra i relatori (per i quali rimando alla locandina) sono presenti alcuni giovani studiosi di letteratura contemporanea, alla cui competenza e passione gli amici sperano di affidare gli studi futuri sul grande calabrese. Motivo di insoddisfazione che non sia stato possibile [possibile??] chiedere, sui testi di Agostino in dialetto gioiosano, un intervento all’illustre decano e geniale linguista e dialettologo dell’Università calabrese John Trumper, che pure ne era stato lettore entusiasta.

Prof. F. WalterLupi.

Dott. Francesco Piluso.

Franco Contorbia, a Firenze, dopo aver detto tra l’altro della «straordinaria maturità formale» di Agostino e della sua «piena pertinenza agli istituti della poesia del Novecento», dopo averlo accostato a Lorenzo Calogero e pur segnando con forza che Agostino non è Calogero e viceversa, chiudeva il suo intervento parlando di un poeta «ritrovato, apparentemente perduto ma ritrovato, quale è stato nel corso della sua non lunga vita Enzo Agostino». È perché lo si ‘ritrovi’ davvero anche a livello accademico che questo incontro viene promosso, sperando che, la Giornata del 5 maggio 2008, si tratti solo di un inizio.


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