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Giuseppina Luongo Bartolini
Serata omaggio a Benevento
Anna Ciancio
in: Messaggio d'oggi, 30 novembre 2006
La" Dante Alighieri" – Comitato di Benevento – ha organizzato il 20 novembre
2006, nell'Auditoriurn del Museo del Sannio, una serata-omaggio alla poetessa
Giueppina Luongo Bartolini. Considerata, a ragione, figlia della nostra terra
(anche se è nata in Altavilla Irpina, Avellino) dove, dotata com'è, di
"multiforme ingegno" ha profuso generosamente le sue energie in attività che
l'hanno vista protagonista della vita culturale e politica della nostra città,
Accanto a lei un altro prestigioso ospite, il prof.
Tommaso Pisanti, saggista e critico letterario, docente di
letteratura comparata all'Università di Salerno, consigliere nazionale della
"Dante Alighieri", conferenziere, chiamato per l'occasione a presentare le
recenti pubblicazioni poetiche della Luongo Bartolini: La
polvere dei calzari e Terra di passo (leggi
la
relazione).
"Due big della cultura", così sono stati definiti dalla Presidente
dell'Associazione Elsa Maria Catapano, giustamente
orgogliosa della presenza delle due insigni figure del mondo della cultura.
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da sx: prof. Anna Ciancio,
Giuseppina Luongo Bartolini, prof.
Tommaso Pisanti e dott.
Elsa Maria Catapano. |
"Cos'è, oggi, poesia", questa la tematica affrontata dal Prof. Pisanti, prima
di parlare della poesia della Luongo Bartolini, e per comprendere la poesia
della stessa. In un'approfondita disamina ha percorso le concezioni di poetica
dall'Ottocento ai nostri giorni: l'abusata identificazione di poesia e
sentimento, tipica della cultura romantica, superata dalla concezione crociata
della poesia, come intuizione lirica, tesa, tra poesia e non poesia, è stata
risolta nella visione attuale di poesia come espressione di "dati emotivi". Da
rendere soprattutto con la capacità di un linguaggio nuovo, attinto ad una
sorgente ispiratrice che predilige la forza della parola pregnante ed evocativa.
Fatta questa premessa, affiorano sovrabbondanti le ragioni della poesia nella
produzione della nostra poetessa. Sono state esplorate espressioni e versi di
suggestiva bellezza, a cominciare dagli haiku, composizioni poetiche mutuate
dalla cultura giapponese, costituite da terzine di rapida, concentrata
essenzialità.
Essenzialità lapidaria che cede il posto a forme effusive ne La polvere
dei calzari, una raccolta nella quale l'io protagonista si misura con la
tragedia del reale, e in Terra di passo dove il percorso del dolore
personale si fa viaggio reale e viaggio metaforico alla ricerca dell'assoluto.
Una poesia di marcata individualità, eppure nutrita della lezione dei grandi
poeti d'ogni tempo (Dante, Guido Cavalcanti, Tasso, Leopardi, fino a Montale e
Luzi; senza contare l'apporto degli stranieri quali Eliot ed Ezra Pound).
Alimentarsi alle fonti della grande cultura – aggiungo io – significa
purificarsi nell'acqua vera che disseta, che penetra, fresca nelle tue membra;
ti fa vibrare dentro voci nelle quali ti riconosci, eppure diventano in te cosa
diversa, anima nuova, incanto che affascina, musica che trascina, parole che
abitano in te. Incise con marchio di fuoco, ma pronte a risorgere dalle proprie
ceneri, come l'Araba fenice con una vita diversa, con un respiro fresco ed un
alito incontenibile. Proprio come accade alla nostra poetessa, sacerdotessa
della parola. La tematica della Terra di passo che pone l'autrice a
confronto con se stessa, con il mondo, con Dio in un tentativo indomabile di
conoscenza, pone ancora un problema all'attenzione del relatore: può il pensiero
filosofico trasformarsi in poesia?
E qui il De rerum natura di Lucrezio, le Confessiones di
Agostino, il pensiero filosofico di Leopardi, che traducono il "pensiero
pensante in poesia" sono esempi magistrali delle infinite possibilità della voce
della poesia. Che è tale, purché vera, purché marchiata con il sigillo
dell'arte. Nel caso della Luongo Bartolini, soprattutto Agostino è la radice che
.c'intravede in quel colloquio sommesso tra l'io personale e l'io cui l'anima
"spugna di dolore" affida le sue spine. I versi, in flusso joiciano, compongono
immagini in cui la realtà s'addensa in concetti che richiedono il massimo della
concentrazione e della sensibilità, una capacità d'ascolto dell'inafferrabile.
La magistrale relazione del prof. Pisanti, pervasa di riferimenti letterari, di
critica estetica, di riflessioni filosofiche ha aggiunto all'universo poetico
della Luongo Bartolini, ulteriori motivi di riflessione, di apprezzamento e di
lode; peraltro già ampiamente riconosciuti da voci critiche di altissimo
livello, come quelle di Giorgio Bárberi Squarotti e di Sandro Gros-Pietro che
hanno curato la prefazione ai due testi poetici.
Visibile la commozione della poetessa, a stento dominata negli accenti di
gratitudine per il relatore, per il pubblico attento, per la "Dante Alighieri".
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Giuseppina Luongo Bartolini e Tommaso Pisanti |
Auditorium del Museo del Sannio, Benevento |
In questa atmosfera rarefatta, la più idonea all'ascolto è toccato a chi
scrive leggere alcune poesie dell'autrice. Dicono che sia riuscita a comunicare
delle emozioni. Se è vero, ne sorto lieta. Per me, che dovevo prestare voce a
quel mondo poetico così arduo, così concentrato, così intenso per il pubblico.
Meraviglioso pubblico che non meritava stonature dissonanti; per la poetessa.
Straordinaria, che aveva benevolmente riposto in me aspettative, altrimenti
deluse.
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