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A Teatro, per ricordare una principessa còrsa

Principessa Elisa Baciocchi Il marito Felice Baciocchi. Elisa Bonaparte con la figlia Napoleona

Quest’anno si ricordano i duecento anni dalla scomparsa di Elisa Baciocchi, donna forte e ambiziosa che si formò nel turbine dei cambiamenti che scossero la Francia della Rivoluzione e l’Europa, un riferimento per considerare primi passaggi dell’emancipazione femminile. Abbiamo voluto ricordare questa figura con la realizzazione dell’e-book “Una principessa còrsa sul trono di Piombino”, liberamente accessibile e scaricabile all’indirizzo: https://poesia3002.blogspot.com/2020/06/teatro-allo-specchio-una-principessa.html ; una pubblicazione articolata in nove scene teatrali, con le illustrazioni del pittore e scenografo Enrico Guerrini.

 

Alcuni elementi di illustrazione della vicenda storica. È possibile oggi trovare i segni del passaggio, in Toscana, di Elisa e dei loro familiari, a cominciare dal Principato di Piombino, che riguardano città d’arte, dimore principesche o luoghi dedicati alla villeggiatura del nuovo ceto borghese, o di nuove intraprese culturali, industriali e commerciali. Un utile guida per seguire questo percorso, presentati in una visione – allo stesso tempo – locale, francese e europea, può essere rappresentata dal libro “Elisa Baciocchi e il fratello Napoleone. Storie francesi da Piombino a Parigi”, Roberto Mosi, Ed. Il Foglio, 2013. I segni in alcuni casi sono concreti, ben visibili; per altri segni, dobbiamo affidarci alle suggestioni che una serie di luoghi suscitano ancora in noi, sensibili ai racconti di un’epoca, senza dubbio, importante per la Toscana e per l’intera Europa. Una visione questa che viene confermata dallo storico Ivan Tognarini, un illustre figlio della città di Piombino, e dal libro da lui curato: La Toscana nell’età rivoluzionaria e napoleonica, Esi Napoli, 1985.

Luogo dove sorgeva la casa di Elisa Baciocchi nella Cittdella di Piombino

Artisti alla corte di Elisa Bonaparte Baciocchi.

Per celebrare i duecento anni della scomparsa di Elisa Baciocchi, rimaniamo interdetti davanti a iniziative come quella annunciata recentemente dalla stampa locale, centrata sulla pubblicazione di racconti a fumetti sulla leggenda – legata ad Elisa – della “Baciocca, mangiatrice d’uomini”, che riesuma fantasie popolari di una cultura patriarcale d’altri tempi, mentre potrebbero essere ben altre le carte da giocare da parte della città di Piombino sul versante della ricerca storica e della cultura, versante, quest’ultimo, al quale sono legate speranze di riscatto e di sviluppo dell’intera area.

Villa Reale Marlia, Lucca.

Teatro di verzura a Villa Marlia.

Da parte nostra abbiamo inteso portare un piccolo contributo al ricordo di questa importante figura femminile. Dalla cassapanca della memoria, abbiamo recuperato uno spettacolo teatrale che nell’estate del 2013 andò in scena al Teatro all’aperto di Casa al Vento, nella campagna di Firenze, non lontana da Monte Senario, a cura di un gruppo di amiche appassionate di teatro e affascinate dal personaggio femminile di Elisa, la sorella maggiore di Napoleone. Si deve a loro, l’impegno per tradurre in nove azioni teatrali, il libro sopra citato Elisa Baciocchi e il fratello Napoleone, la ricerca dei costumi e delle scene, con l’aiuto del pittore e scenografo Enrico Guerrini, lo studio delle musiche, partendo sempre dalla ricerca bibliografica. Di questa ricerca si riportano gli elementi essenziali nelle ultime pagine dell’e-book.

Elisa nelle vesti di Fedra.

Teatro Casa al Vento: il personaggio di Fedra.

Elisa Baciocchi fu la sorella maggiore di Napoleone Bonaparte, nata in Corsica, ad Ajaccio, nel 1777. Il 18 marzo 1805 Napoleone annunziò davanti al Senato francese che aveva concesso lo stato di Piombino alla principessa imperiale Elisa e al marito, principe Felice Baciocchi.

La concessione di Piombino fu la prima con la quale l’Imperatore affidava il governo di uno stato a un membro della sua famiglia; il principato di Lucca fu assegnato ai Baciocchi tre mesi dopo. Successivamente furono assegnati Massa e Carrara. Nel 1809 fu conferito ad Elisa il titolo di Granduchessa di Toscana.

Importante l’assegnazione dello stato di Piombino ad un membro della famiglia imperiale, per il valore strategico del quadrante marittimo, che comprende il Canale, l’isola d’Elba e la Corsica, il presidio di Piombino. Le miniere dell’isola, in particolare, hanno un valore fondamentale nel confronto fra le grandi potenze per le quali il ferro è un prodotto prezioso in un momento nel quale mettono in campo grandi eserciti e l’industria si sta espandendo. Il segno del comune destino in questo periodo fra la Corsica e Piombino, è rappresentato dalla inclusione di questa città nel vescovado di Ayaccio: molte opere provenienti da Lucca e da Piombino finiscono per adornare la cattedrale Santa Maria Assunta dell’isola francese.

Enrico Guerrini, La fuga di Elisa dalla Toscana.

Nel 1814, con il rovesciarsi della fortuna del fratello in Europa e in Francia, la principessa Elisa lascia Firenze per rifugiarsi a Lucca. È poi costretta ad abbandonare anche questa città e la Toscana. Le resta solo il titolo di contessa di Compignano.

I governi alleati la costringono ad andare in Moravia, come internata, dove passa un inverno di freddo e di ristrettezze. Ci va con la figlia Napoleona. Successivamente Metternich, capo, del governo austriaco, l’autorizza a trasferirsi a Trieste.

Nel 1816 fa costruire a Villa Vicentina una villa dove vive anni sereni, circondata da una sorte di corte francese. Muore nel 1820 il 7 del mese di agosto all’età di 43 anni, per una forte febbre che sopraggiunge dopo che ha fatto il bagno nell’ “acqua minerale” di una palude vicino a Monfalcone.

Teatro Casa al Vento, spettacolo su Elisa.

Enrico Guarrini e la caricatura della principessa Elisa.

Si riapra dunque di nuovo la scena, a Teatro – con posti contingentati, distribuiti a giusta distanza, in questo periodo di epidemia – su Elisa donna, a duecento anni dalla sua scomparsa, sulla sua passione per il teatro, i suoi amori, la figura di madre, di moderna “manager”, la sua capacità di gestire il “nuovo” potere, di affrontare le “disfatte” della vita.

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