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Prima presentazione del romanzo

“Acque torbide”
di Monica Florio

Martedì 21 novembre 2017, alle ore 18.00, presso la Libreria Ubik in via Benedetto Croce, 28 di Napoli si è tenuta la prima presentazione del romanzo “Acque torbide” di Monica Florio (Cento Autori Edizioni).

L’incontro, organizzato dal Cafè Philò, è stato moderato dalla filosofa e poetessa Esther Basile. Hanno discusso del libro il giornalista televisivo Carlo De Cesare, responsabile della rubrica di libri su RaiTre “Lo Scaffale”, il Presidente campano dell’ANS (Associazione Nazionale Sociologi) Antonio Sposito e la scrittrice Rita Felerico.

da sx: Antonio Sposito, Esther Basile e Monica Florio.

Il disagio giovanile e l’omofobia stabiliscono il collegamento tra quest’ultimo libro e i precedenti dell’Autrice: i personaggi di Valentina e Michele sono per motivi differenti emarginati dai loro coetanei. In particolare, Michele è vittima dell’ostilità dei ragazzini che frequentano la piscina a causa dell’aspetto un po’ singolare - è tarchiato e porta gli occhiali – e del rapporto con il coetaneo Tobia di cui è innamorato.

Esther Basile (col microfono) e Monica Florio.

La Florio ha voluto sfatare il pregiudizio secondo cui i gay siano dei pedofili precisando che, mentre la pedofilia è una perversione, l’omosessualità è un modo di essere della persona. A tal scopo, nel romanzo vi sono due pedofili, uno di orientamento eterosessuale e l’altro omosessuale, che si frequentano e si aiutano a vicenda.

Se Rita Felerico ha intervallato il suo commento con il reading, Antonio Sposito ha offerto una personale rilettura in chiave sociologica del libro, in cui sono in primo piano la pedofilia, il narcisismo e la sindrome di identità del figlio adottivo.

L’Autrice mentre firma le copie. Accanto a lei, in piedi, Carlo De Cesare.

Infine, Carlo De Cesare ha arricchito di ulteriori spunti l’analisi del romanzo dal titolo fortemente simbolico: in acque torbide naviga il mondo adulto, i cui comportamenti, ambigui e contradditori, sono in sintonia con un agire che non tiene conto delle reali esigenze degli adolescenti.

L’acceso dibattito in sala ha fatto sì che l’incontro si protraesse oltre l’orario previsto.

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