Nonostante le polemiche
sulla sua musica, Giovanni Allevi continua a mietere piccoli estimatori.
Bambini e ragazzi pagherebbero per riuscire a eseguire bene un suo pezzo e
spesso lo preferiscono ai brani dei programmi ministeriali. “Come sei
veramente”, colonna sonora dello spot della BMW serie 4 del 2007, ormai è uno
degli obiettivi per chi inizia a suonare il pianoforte. Le sue composizioni –
come definisce Allevi stesso – sono classiche contemporanee popolari e
rigorosamente scritte. Nulla è lasciato all’improvvisazione. Magari i ritmi jazz
possono trarre in inganno, ma la scrittura musicale pianistica è composta da chi
conosce il repertorio classico e ha studiato a lungo i trucchi della tastiera.
Sono brani che non hanno come scopo finale quello di torturare l’esecutore
imponendo massacranti ore di studio. Senza dubbio occorre padronanza tecnica di
quarto o quinto anno (per alcuni anche settimo e ottavo) e il ritmo necessita di
buona capacità di solfeggio, ma chiunque può avvicinarsi alla musica di Allevi
divertendosi. Riconoscere citazioni di Clementi, Chopin, Rachmaninof o Debussy
non fa che rendere il gioco più divertente. Tra l’altro alcuni brani – il
succitato “Come sei veramente”, “Back to life”, “Jazzmatic” e “Vento d’Europa” –
sono stati trascritti dallo stesso compositore per pianoforte a 4 mani,
formazione pressoché ignorata dai musicisti contemporanei, cosa che facilita
ulteriormente l’approccio coi suoi pezzi.
Ascoltare in macchina i
cd e poi assistere ai concerti del compositore che esegue i suoi brani dal vivo
è un ottimo stimolo per i giovani e un intrattenimento assai piacevole per tutti
gli altri.
Malgrado la pioggia,
Allevi è riuscito a riempire la platea persino durante il concerto dello scorso
27 luglio a Trieste, città notoriamente schierata con l’acerrimo nemico del
pianista, il violinista istriano Uto Ughi. Costui l’anno scorso ha definito
“risibile” la musica di Allevi, “pianista che non sarebbe stato ammesso al
Conservatorio … mediocre … sedicente filosofo” (La
Stampa). Rumors e opinions
di un affaticato violinista, che confessa spesso di aver “odiato” (sic) il suo
strumento. Se infatti sappiamo che Giovanni Allevi è diplomato in pianoforte e
in composizione, laureato in filosofia, e che certamente sarebbe in grado di
suonare tutto il repertorio pianistico dei grandi virtuosi, non abbiamo la
certezza che Ughi sarebbe in grado di scrivere una tesi di laurea in filosofia,
eseguire al pianoforte (strumento obbligatorio per i violinisti fino al quinto
anno nei conservatori italiani) un “risibile” brano di Allevi oppure trascrivere
per tre violini la Ciaccona di Bach o comporre la colonna sonora di uno
spot per automobili (o altro).
Sembra invece assai più
“risibile” (e anche di cattivo gusto) che Mozart venga utilizzato per lo
spot di
una carta igienica o che i cosiddetti compositori classici contemporanei
ambiscano alla non-musica (quella dei rumori), paradosso
inaccettabile per chi ama l’arte dei suoni.
Concerto
di Giovanni Allevi
dell 27 luglio 2011
al Castello di San Giusto
a Trieste